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L'Archivio Capitolare, ospitato nel complesso monumentale del Duomo di Pistoia, è un istituto di conservazione stratificato e composito, che somma le funzioni di archivio e di biblioteca.
All’interno del percorso museale del Duomo (al primo piano rispetto all’accesso da via del Sozomeno) si trova la sede antica dell’Archivio, che attualmente ha funzioni di deposito e che conserva libri, soprattutto recenti, di erudizione locale e di cultura religiosa, le raccolte donate dal sacerdote don Severino Tofani e dalla signora Giulia Landini (che aveva ereditato la biblioteca dello zio canonico Antonio Dal Pino), numerose riviste ecclesiastiche, un’ampia raccolta di libri liturgici a stampa anteriori al Concilio Vaticano II, l’archivio moderno (XIX-XX secolo) della parrocchia che aveva sede presso il Duomo (soppressa nel 1984), la fitta serie dei registri delle messe celebrate in Duomo dal 1575 ad oggi, i registri più recenti di amministrazione della cattedrale e degli enti che vi afferiscono (sec. XX).
Salendo di un piano si ha accesso alla sede attuale dell’Archivio Capitolare, inaugurata nel 1974, che si affaccia sull’antico chiostro dei canonici e si articola in cinque stanze, fra cui un’ampia sala, usata come sala di consultazione, che ha le pareti affrescate con motivi ad arazzo databili entro il 1280 circa. L’Archivio conserva i fondi documentari che attestano la storia dei diversi enti in cui si articolava (e in parte tuttora si articola) la vita della cattedrale (sec. XIII-XX), una raccolta di pergamene ricostituita dopo la soppressione settecentesca del fondo diplomatico, i codici medievali e gli incunaboli dell’antica biblioteca capitolare (sec. X-XV ex.), compresi alcuni manoscritti e libri a stampa che si sono aggiunti in epoca moderna, una biblioteca specializzata su Scipione de’ Ricci, vescovo di Pistoia e Prato (1780-1791), libri e riviste funzionali alla ricerca storica sui materiali conservati in Archivio, a partire dall’erudizione locale, una raccolta di 28 antifonari e graduali manoscritti (sec. XIV-XVII), una Bibliotheca Musicalis ricchissima di testi manoscritti e a stampa (sec. XIV-XX).
Fra i fondi documentari più cospicui, anche in considerazione del numero e la ininterrotta serialità dei pezzi (per una rassegna completa si rimanda agli inventari pubblicati in .pdf in questo sito), si segnalano i soprattutto i registri relativi alla Sacrestia di San Zeno (sec. XIV-XIX), che hanno costituito la fonte elettiva sulle vicende del Duomo attraverso i secoli nell’ampia ricerca di don Alfredo Pacini, La chiesa pistoiese e la sua cattedrale nel tempo. Repertorio di documenti, I-XII, Pistoia, 1994-2004. Altre serie documentarie insigni sono i registri della Massa canonici (1290-1794) e i registri del cosiddetto Dazio romano, le Rationes decimarum (1348-1782), fonti straordinarie della vita economica del territorio pistoiese e dell’articolazione degli insediamenti religiosi in diocesi.
La cospicua raccolta di pergamene un tempo conservate presso l’Archivio Capitolare di Pistoia (1720 pezzi, con date dal 857 al 1568) fu trasferita a Firenze a seguito del motu proprio del granduca Pietro Leopoldo di Lorena del 24 dicembre 1778 ed è ora consultabile (per i documenti datati fino al 1398) sul sito dell’Archivio di stato di Firenze, fondo Pistoia, San Zenone (www.archiviodistato.firenze.it); attualmente l’Archivio Capitolare ha un diplomatico di 272 pezzi (sec. XIII-XX), per la maggior parte lascito testamentario del canonico Atto Maria Arfaruoli (m. 1791).
Nella sezione C dell’Archivio è conservata l’antica biblioteca dei canonici, i libri Sacristiae Sancti Zenonis, una raccolta documentata da sei inventari medievali (secc. XII-XIII, 1372; 1383; 1432; 1441; 1487-1497), l’ultimo dei quali attesta una libraria di 87 opere in 90 volumi (fra questi libri si trovano anche alcuni incunaboli). Questa biblioteca è articolata in due strati cronologicamente distanti: la raccolta degli inizi del XII secolo, che ebbe significativi incrementi fino alla metà del XIII secolo, e la collezione donata fra il 1487 e il 1497 dal canonico Girolamo Zenoni, a sua volta copista e miniatore. Lo Zenoni curò anche una sistemazione complessiva della biblioteca capitolare, i cui libri, in larga parte rilegati ex novo, erano incatenati a una serie di banchi. In questa riorganizzazione fu usato il massimo impegno per salvare fascicoli sparsi, fino ad allora mai legati in volume, e frammenti di codici dei secoli XII e XIII. Dopo il riordino di Girolamo Zenoni non si registrano incrementi sostanziali alla biblioteca dei canonici, che anzi subì la sottrazione di volumi insigni, soprattutto libri miniati del XII secolo; in età moderna l’antica libraria Sancti Zenonis, priva di una specifica funzione, diventa una sorta di raccolta fossile che fu infine inglobata nell’Archivio Capitolare, come già testimonia l'inventario dell’Archivio iniziato nel 1729.
All’interno della raccolta di antifonari e graduali (dei quali la maggior parte furono realizzati nel corso del Cinquecento) si segnalano cinque graduali per l’intero anno liturgico, confezionati nel 1457 appositamente per il Duomo con il sostegno economico del vescovo Donato de' Medici e poi miniati nel corso dei quindici anni successivi; altri corali insigni, trecenteschi, con importanti apparati decorativi, sono giunti in Archivio in epoca contemporanea dalla chiesa collegiata di San Giovanni Fuorcivitas, dalla chiesa di San Pietro a Vitolini e dal monastero di San Pier Maggiore.
La Bibliotheca Musicalis (il cui primo nucleo è costituito dalla raccolta dei testi musicali, manoscritti e a stampa, necessari per il servizio liturgico della cattedrale) non conserva soltanto la produzione musicale dei maestri di cappella del Duomo e stampati di musica sacra, ma anche importantissime attestazioni di musica profana dal XVI secolo in poi, che giunsero in Archivio dalla chiesa di San Filippo, un tempo officiata dai Padri dell’Oratorio, e dalle donazioni di illustri famiglie pistoiesi, Gherardeschi, Baldi Papini, Rospigliosi.