L'Archivio Capitolare possiede attualmente 272 pergamene (sec. XIII-XX), per la maggior parte lascito testamentario del canonico Atto Maria Arfaruoli (m. 1791); il ricchissimo fondo diplomatico del Capitolo e della cattedrale di San Zeno (1720 pergamene, dal 28 aprile 857 al 3 aprile 1568) fu trasferito a Firenze (dove ancora oggi si trova, presso l’Archivio di Stato) per effetto del motu proprio del 24 dicembre 1778 del granduca Pietro Leopoldo. Prima del passaggio delle pergamene all'Archivio di Stato, il canonico Giuseppe Talini aveva provveduto a compilare un accurato regesto delle pergamene, tuttora esistente (C.164). L'Archivio conserva inoltre il famoso cartulario (detto Libro Croce; ms. C.132, pubblicato a stampa nel 1939 a cura di Quinto Santoli), nel quale due notai pistoiesi, Gualberto e Domiziano, trascrissero la massima parte delle carte della canonica e del Capitolo dal 923 al 1265 (254 documenti).
La scheda di ogni documento combina riproduzione digitale ed edizione critica.
In apertura, si presentano segnatura e anteprima dell’immagine, visualizzabile in dimensione intera, per il recto e il verso della pergamena, cliccando in fondo alla scheda; seguono la data e il regesto, le note relative alla tradizione – con la trascrizione delle note dorsali e del testo sul cartellino di accompagnamento – e una breve nota di presentazione del documento, che trasmette le misure e lo stato di conservazione della pergamena.
I dati a corredo dell’immagine sono completati dal titolo, che fissa in lingua italiana il negozio giuridico, e dalla trascrizione del documento, visualizzabile aprendo la pagina corrispondente e di qui direttamente stampabile.
Per i criteri di edizione, ci si è attenuti alle norme tracciate da Alessandro Pratesi in Una questione di metodo: l’edizione delle fonti documentarie («Rassegna degli Archivi di Stato», 17, 1957, pp. 312-333), combinate con le indicazioni formulate da Giampaolo Tognetti in Criteri per la trascrizione di testi medievali latini e italiani («Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato», 51, 1982).
In carattere maiuscolo sono rese le cifre espresse in numeri romani nel testo e le parole in scrittura distintiva.
Le abbreviazioni sono sciolte tra parentesi tonde, nei soli casi di scioglimenti dubbi.
Le integrazioni di lacune dovute a danni materiali del supporto sono racchiuse tra parentesi quadre.
La rappresentazione del signum professionale è espressa con la sigla (SN) = Signum notarii.
Corinna Mezzetti
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